Nistagmo pendolare acquisito nella sclerosi multipla e tremore oculo-palatale
Il nistagmo pendolare acquisito si manifesta soprattutto nella sclerosi multipla e nelle lesioni focali del tronco encefalico. In quest'ultimo caso, è parte della sindrome del tremore oculo-palatale.
Anche se la fisiopatologia del nistagmo pendolare acquisito è stata chiaramente caratterizzata a livello sperimentale in entrambe le eziologie, c'è una persistente ambiguità nella letteratura clinica, che porta a considerare entrambe le condizioni cliniche come un'entità comune.
L'obiettivo di questo lavoro è stato confrontare in uno studio clinico le caratteristiche, le registrazioni del movimento degli occhi e le conseguenze funzionali del nistagmo pendolare acquisito in 14 pazienti con tremore oculopalatale e 20 pazienti con sclerosi multipla.
Oltre alla completa valutazione neurologica, sono stati registrati una valutazione della funzione visiva, una registrazione del movimento oculare tridimensionale e i punteggi funzionali del Visual Function Questionnaire.
Un paziente affetto da tremore oculo-palatale e 15 pazienti con sclerosi multipla hanno manifestato segni di neuropatia ottica.
Il nistagmo nel gruppo oculo-palatale ha mostrato ampiezza media significativamente maggiore ( 8° vs 1° ), più alto picco di velocità media ( 16 gradi/s vs 6 gradi/s ), frequenza media più bassa ( 1-3 Hz vs 4-6 Hz ) e maggiore asimmetria e irregolarità delle oscillazioni oculari rispetto al gruppo con sclerosi multipla.
La qualità di vita visione-specifica, rispetto alla salute, è stata maggiormente deteriorata nel gruppo con tremore oculo-palatale rispetto al gruppo con sclerosi multipla.
In conclusione, questo studio ha sottolineato la necessità di considerare il nistagmo pendolare acquisito nella sclerosi multipla e nel tremore oculo-palatale come due diverse entità cliniche. Questo è di particolare importanza per quanto riguarda la valutazione futura di effetti specifici potenziali di agenti farmacologici. ( Xagena2011 )
Tilikete C et al, Neurology 2011; 76: 1650-1657
Neuro2011